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terra di tutti film festival

Documentari e cinema sociale del sud del mondo

10ª edizione | 12-16 ottobre 2016

Martedì 30 Settembre 2014

Io sto con la sposa arriva al TTFF

Quattro giorni di presa diretta, tremila chilometri di strada e un viaggio che porta cinque rifugiati da Lampedusa fino a Stoccolma. Mercoledì 1 ottobre alle 20 la Cineteca di Bologna in collaborazione con Terra di Tutti Film Festival, Ficc e Circuito Cinema Bologna presenta la prima bolognese di Io sto con la sposa, che verrà proiettato al cinema Lumière (via Azzo Gardino 65) alla presenza dei tre registi Antonio Augugliaro, Gabriele Del Grande e Khaled Soliman Al Nassiry.

Il documentario, presentato fuori concorso nella sezione Orizzonti alla Mostra del cinema di Venezia, è stato applauditissimo e si è aggiudicato il premio Fedic, il premio Human Rights Nights Award per il cinema dei diritti umani e il premio di critica sociale Sorriso diverso. La proiezione è un evento speciale fuori programma del Terra di Tutti Film Festival.

Il documentario racconta la storia di alcuni amici che decidono di mettere in scena un finto matrimonio: una ragazza palestinese si travestirà da sposa e una decina di italiani e siriani interpreteranno la parte degli invitati. Così mascherati attraverseranno mezza Europa, in un viaggio di quattro giorni e tremila chilometri. L’obiettivo? Aiutare cinque palestinesi e siriani, scappati dalla guerra e sbarcati a Lampedusa, a proseguire il loro viaggio senza documenti dall’Italia alla Svezia. Cinque i Paesi attraversati, beffando i controlli alla frontiera con una mascherata assurda ma efficace. In fondo, nessun poliziotto fermerebbe una sposa. Il film non è altro che un racconto in presa diretta di quei giorni, dal 14 al 18 novembre 2013.

I registi Gabriele Del Grande, giornalista indipendente e scrittore, Antonio Augugliaro, video artista, e Khaled Soliman Al Nassiry, poeta e critico palestinese siriano, saranno presenti alla proiezione di mercoledì 1 ottobre. “Siamo stanchi di dividere gli esseri umani in legali e illegali – commentano –. E siamo stanchi di contare i morti in mare. Non sono vittime della burrasca, ma di leggi europee alle quali è arrivato il momento di disobbedire per riaffermare il principio della libertà di circolazione”.

Per le loro azioni, i tre rischiano una condanna fino a 15 anni di carcere per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. “Ma siamo pronti a correre il rischio – affermano –. Speriamo che il nostro film possa contribuire a un cambiamento reale delle politiche europee sull’immigrazione. Affinché il Mediterraneo ritorni ad essere il mare che ci unisce e non un cimitero a cielo aperto”.