terra di tutti film festival
Documentari e cinema sociale del sud del mondo
10ª edizione | 12-16 ottobre 2016
Anticipazioni dal TTFF 2014
La vita nella striscia di Gaza, le proteste in Turchia, il Brasile dei mondiali di calcio e una comunità Rom in un campo di Napoli. E, ancora, una transessuale a Belgrado e donne che lavorano in una miniera. Sono solo alcune delle storie raccontate nei film selezionati per l’ottava edizione del Terra di Tutti Film Festival, che porta sugli schermi del cinema Lumière di Bologna (via Azzo Gardino, 65/B) e del Tpo (via Casarini 17/c) le storie di conflitti, persone e luoghi spesso dimenticati dai media mainstream.
Tra le pellicole iscritte al concorso, anche About Gaza (Italia, 21 minuti), il documentario di Simone Camilli, il videoreporter rimasto ucciso dall’esplosione di una bomba a Gaza, firmato con Pietro Bellorini. Attraverso le immagini, gli autori raccontano la vita nella Striscia, il problema dell’approvvigionamento di acqua e gli ostacoli alle famiglie nella gestione dei fabbisogni quotidiani.
Il Festival si aprirà con Two at the border, documentario che racconta la storia due giovani, uno palestinese e uno siriano, che in Turchia aiutano i rifugiati ad attraversare il confine con la Grecia. Altri titoli saranno Mama Jaky di Paolo Bernardi (Italia, 16 minuti), una produzione del Cuamm sulla maternità in Tanzania, e When I was a boy, I was a girl di Ivana Todorovic (Serbia, 30 minuti) che racconta la storia di una trans a Belgrado e le difficoltà della vita quotidiana. In Terrapromessa (Italia, 26 minuti), Mario Leombruno e Luca Romano mostrano le condizioni fatiscenti di un campo Rom a Napoli, sorto vicino a una discarica.
La vita degli allevatori nomadi nel deserto è al centro di Wojoh “Faces” di Said Najmi (Giordania, 16 minuti), mentre in Minerita (Spagna, 27 minuti), il regista Raul De La Fuente racconta le condizioni delle donne che lavorano nelle miniere. E ancora Na hora, un paso di Aitor Iturriza e Bernat Gual (Spagna, 14 minuti), un docufiction sulla vita di un detenuto spagnolo in un carcere egiziano e Bamako, year 0 di Julien Fiorentino e Stanislas Duhau (Francia/Mali, 55 minuti), sulla guerra in Mali. In programma anche un focus sull’America latina, con i film Ecuador, con los ojos cerrados, di Daniel Chamorroche (Spagna, 19 minuti), sullo sviluppo economico ecuadoregno, e Esperando a mañana, di Jeanne Nouchi e Jacqueline Lameiras (Spagna e Francia, 33 minuti), sulla società cubana e i suoi meccanismi, completamente diversi da quelli occidentali.
Le rivolte a Gezi Park sono al centro di Cennetin Dususu (Turchia, 79 minuti), di Ersin Kana, mentre Sexy Shopping di Antonio Benedetto e Adam Selo (Italia, 20 minuti) racconta la storia di Miah, un ragazzo proveniente dal Bangladesh che ogni sera si copre da testa a piedi di oggetti in vendita.
Tra le novità di questa edizione c’è anche la collaborazione con il festival francese Alimenterre, con film sulla riappropriazione da parte dei cittadini dell’agricoltura, per sostenere un modello agricolo equo e per sensibilizzare i futuri agricoltori sul modello di coltivazione scelto. Cinque i film presenti in cartellone al Terra di Tutti Film Festival, tra cui Food savers di Valentin Thurn (2013, 53 minuti), che racconta in che modo consumatori, cuochi e gestori di negozi di alimentari cercano di combattere lo spreco di cibo, e Nourrir les villes: un enjeu pour demain (2013, 52 minuti) di Irja Martens, film che guarda al futuro: nel 2050 la Terra avrà quasi 10 miliardi di abitanti, concentrati in grandi città. Come potremo nutrirle tutte?
Il Festival chiuderà con il documentario Sexy Money di Karin Junger (Paesi Bassi, 75 minuti), un’esclusiva Terra di Tutti Film Festival in collaborazione con Gender Bender, festival internazionale sull’identità di genere e sull’orientamento sessuale. Il film racconta la storia di alcune ragazze nigeriane venute in Europa come prostitute e poi tornate in Nigeria per costruirsi una nuova vita.