Alla 17a edizione iscritte oltre 500 opere provenienti da tutto il mondo Bologna, 25 luglio 2023 – Ambiente, diritti umani, territori resistenti e genere. Sono questi i temi della nuova edizione del Terra di Tutti Film Festival che torna a Bologna e online dal 5 all’8 ottobre 2023 per portare in città documentari e cinema sociale. Un appuntamento giunto alla sua diciassettesima edizione e che offre un programma fitto di proiezioni, talk ed eventi off in giro per la città e online per portare le voci dal mondo invisibile.
Promossa dalle organizzazioni WeWorld – organizzazione italiana indipendente impegnata da oltre 50 anni con progetti di cooperazione allo sviluppo e di aiuto umanitario, attiva in 27 Paesi, compresa l’Italia – e COSPE – al lavoro in 25 paesi per assicurare lo sviluppo equo e sostenibile, il rispetto dei diritti umani, la pace e la giustizia tra i popoli – la rassegna ha l’obiettivo di dare visibilità alla realtà di quei Paesi, popoli e lotte sociali che sono «invisibili» nei mezzi di comunicazione di massa.
Dopo un’anteprima il 28 settembre al Vag 61, le proiezioni si terranno al cinema Lumière di Bologna dal 5 all’ 8 ottobre ma il festival potrà essere vissuto anche online e in tutta Italia grazie anche agli appuntamenti in streaming su MyMovies.
Per raccontare le diverse aree del mondo quest’anno sono state oltre 500 candidature al bando di concorso, provenienti da 66 paesi diversi, di cui 18 europei, a riprova di un festival ambito a livello internazionale. Le opere che si aggiudicheranno i 4 premi in palio sono provenienti soprattutto da Italia, Spagna, Iran, Francia e Germania e in queste ore stanno passando la selezione del curatore della programmazione cinematografica Jonathan Ferramola, che porterà in concorso circa 20 titoli tra lunghi e cortometraggi di documentari e fiction sociali. Tra i temi ricorrenti quelli che riguardano la crisi climatica e i diritti umani con focus territoriali su Palestina, Ucraina, Iran, Yemen, Amazzonia, con analisi politiche ed ambientali. In crescita, rispetto agli altri anni, anche i documentari che affrontano il tema delle discriminazioni verso le comunità lgbtqiap+.
«Anche quest’anno i numeri del Terra di Tutti Film Festival ci dicono che c’è bisogno di un festival che si fa megafono dei Paesi senza voce – spiega Ferramola – La qualità delle opere, poi, è sempre più alta a dimostrazione di un festival ormai riconosciuto e riconoscibile per i temi che porta sullo schermo. Stiamo lavorando per portare al pubblico di Bologna un programma denso, ricco di contenuti che sappiano raccontare il mondo nella sua complessità, con linguaggi innovativi e senza mai scadere nel banale. Anche quest’anno, oltre al cinema, i talk, le mostre e gli appuntamenti off ci aiuteranno ad arricchire il programma e accontentare tutto il pubblico».
Tra i titoli in concorso in questa edizione Yakub di Anna De Manincor che arriva sullo schermo per la prima volta a Bologna per raccontare tre anni di percorso verso l’indipendenza e l’età adulta di un adolescente nigeriano arrivato a 17 anni proprio a Bologna; La Terra mi tiene di Sara Manisera, anche questo per la prima volta in città, il documentario che, attraverso un chicco di grano, si interroga su che terra lasciare alle nuove generazioni.
Non solo cinema ma anche tanti eventi fuori sala tra cui talk, libri, mostre e performance artistiche. Tra i protagonisti già confermati Michele Lapini, Sara Manisera, Stefano Liberti, Anna De Manincor e Alessandro Cinque. Anche quest’anno, dunque, il Terra di Tutti Film Festival vuole offrire visioni del sud senza retoriche o censure, ma con l’idea che solo uno sguardo lucido, reattivo e mai rassegnato delle realtà che ci circondano possa portare a cambiare il presente ed inventare nuovi futuri. Anche attraverso il cinema.
Il programma dettagliato sarà online da settembre.