terra di tutti film festival
Documentari e cinema sociale del sud del mondo
6ª edizione | 2-14 ottobre 2012
Mare chiuso
Stefano Liberti, Andrea Segre | 2012 | Italia | 62’
Tra il maggio 2009 e il 2010 centinaia di migranti africani vengono intercettati nel canale di Sicilia e respinti in Libia. In seguito agli accordi tra Gheddafi e Berlusconi tutte le barche dei migranti vengono sistematicamente ricondotte in territorio libico, dove non esiste alcun diritto di protezione e la polizia esercita indisturbata abusi e violenze. Nel marzo 2011, con lo scoppio della guerra in Libia, tutto cambia. Migliaia di migranti africani fuggono, tra questi anche profughi etiopi, eritrei e somali, prima vittime dei respingimenti italiani e rifugiatisi nel campo UNHCR di Shousha in Tunisia. Nel documentario sono loro a raccontare in prima persona cosa significa essere respinti, a descrivere cosa è accaduto su quelle navi. Si tratta di testimonianze dirette che mettono in luce le violenze e le violazioni commesse dall'Italia ai danni di persone indifese, innocenti e in cerca di protezione. Una strategia politica per la quale l'Italia è stata recentemente condannata dalla Corte Europea per i Diritti Umani.
Andrea Segre, dottore di Ricerca in sociologia della comunicazione, è regista di documentari per la televisione e il cinema, oltre che per progetti di solidarietà internazionale. Tra le sue opere principali: Marghera canale Nord (selezione 60° Mostra del Cinema di Venezia), La Mal’ombra (premio Avanti! Al 25° TorinoFilmFestival) e Come un uomo sulla terra (finalista David Donatello), Magari le cose cambiano (premio UCCA – 20 città Al 27° TorinoFilmFestival), Il sangue verde, Io sono Li. È fondatore dell’associazione ZaLab.
Stefano Liberti, giornalista del Manifesto, ha pubblicato i suoi reportage su varie testate italiane ed estere, tra le quali L'Espresso, El País Semanal e Le Monde Diplomatique. Nel 2004 ha pubblicato, insieme a Tiziana Barrucci, Lo Stivale meticcio. L'immigrazione in Italia oggi. Collabora con il programma televisivo C'era una volta ed è tra i curatori di Mwinda, sito di analisi geopolitica sull'Africa. Premio Indro Montanelli per la scrittura con A sud di Lampedusa nel 2009, nel 2010 ha vinto il premio L'Anello Debole con il reportage L'inferno dei bimbi stregoni.